In questo articolo descriverò alcuni degli approcci cui gli psicologi possono aderire, fornendo qualche semplice indicazione su come scegliere il professionista più indicato per il futuro paziente e concluderò con un approfondimento sul modello a cui aderisco nel mio lavoro di Psicologo a Montecatini Terme e Pistoia.
- Gli obiettivi del percorso psicologico
- Come scegliere lo psicologo più adatto a me?
- Le principali tipologie di terapie psicologiche
- L’approccio che ho scelto
- Bibliografia
- Sitografia
Gli obiettivi del percorso psicologico
Esistono molteplici approcci psicologici, ma aldilà delle specifiche modalità di intervento e teorie che ne stabiliscono le modalità di intervento, tutti mirano al raggiungimento del medesimo obiettivo, ovvero la facilitazione del processo di cambiamento e il raggiungimento e mantenimento del benessere psicologico.
Ogni terapia quindi non differisce per le finalità, quanto per le modalità di intervento attraverso cui intendono raggiungere l’obiettivo. Ognuna risulta più indicata per alcune problematiche piuttosto di alte ma questo non significa che esista un approccio “migliore” di un altro o che sia possibile stilare una classifica per stabilire l’orientamento più efficace.
Come scegliere lo psicologo più adatto a me?
Quando la persona decide di rivolgersi ad uno psicologo, può avere delle idee o fantasie molto distanti dall’effettiva natura e dal reale svolgimento di un colloquio e del percorso psicologico.
Per limitare la possibilità di scegliere la terapia che non fa al caso della persona, invece di chiedersi quale sia l’approccio migliore, domanda a cui difficilmente troveremo risposte autorevoli e convincenti, potrebbe essere maggiormente utile, per il futuro paziente, chiedersi di cosa sente maggiormente il bisogno. Valutare i presupposti teorici e quindi l’impostazione del percorso possono chiarire come la persona ritiene di potersi sentire maggiormente a proprio agio per raggiungere i propri obiettivi ed iniziare il percorso con fiducia e motivazione. Per farlo può essere utile conoscere le differenze tra i vari approcci psicologici.
Le principali tipologie di terapie psicologiche
Ogni modello usa tecniche distintive che si adattano meglio a certe persone piuttosto che ad altre, alcune terapie psicologiche si concentrano su determinati obiettivi specifici, non contemplati da altre. Allo stesso tempo però è importante avere presente che il proposito finale è il medesimo per tutte le terapie psicologiche.
Partendo dal presupposto che tutte queste tipologie di approccio psicologico possono essere efficaci, a prescindere dal tipo di difficoltà psicologica o di intervento effettuato (individuale, coppia o di gruppo), se vengono applicate da professionisti competenti, attenti e costantemente aggiornati, ecco i quattro principali stili terapeutici:
- Cognitivo-Comportamentale
Questo approccio ha come obiettivo specifico quello di facilitare la comprensione del modo di pensare (aspetto cognitivo) della persona e di quello in cui si comportano (aspetto comportamentale). Questo approccio si prefigge di “insegnare” alla persona che il cambiamento è possibile, ma che per ottenerlo è necessario migliorare i propri pensieri, atteggiamenti e comportamenti. Lo specialista quindi, una volta individuati i problemi del paziente, lavorerà per modificare le forme di pensiero disfunzionali. - Psicoanalisi e Psicodinamica
Questo tipo di metodologia si è sviluppata partendo dal suo famoso fondatore, il medico Sigmund Freud. Nel corso degli anni ci sono state notevoli modificazione dei concetti proposti inizialmente dal padre della psicoanalisi, attualmente tale approccio mira a rendere consapevoli pensieri, desideri e fantasie inconsce per comprenderne l’influenza che hanno nella propria vita. Per farlo si focalizzerà sull’analisi delle esperienze infantili per riconoscere il loro legame con il presente della persona e andare a ristrutturare determinate dinamiche relazionali. Questo tipo di approccio prevede spesso percorsi di lunga durata con incontri che possono anche avere una cadenza plurisettimanale. - Approccio Umanistico
Il precursore di questo modello è stato Carl Rogers, egli riteneva che il colloquio di supporto psicologico abbia l’obiettivo primario di favorire la crescita della persona, secondo le sue caratteristiche distintive e permettere così di esprimere il suo massimo potenziale espressivo. In questo modo di intendere il supporto psicologico, la persona viene sostenuta dallo psicologo che rimane sempre sullo sfondo, lasciando che sia il paziente a sentirsi il protagonista attivo degli incontri terapeutici, per esserlo anche nella sua vita furi dalla terapia. In quest’ottica è proprio la centratura sul “qui ed ora”, sul presente che facilita la presa di coscienza rispetto alla possibilità di attingere alle risorse personali e utilizzarle per raggiungere il proprio benessere.
L’approccio che ho scelto
Nel mio lavoro di Psicologo a Montecatini Terme e Pistoia ho scelto di aderire al modello Umanistico. Per me è fondamentale che la persona si senta protagonista attivo del suo cambiamento e persegua con vigore i suoi obiettivi personali. Per raggiungere questo scopo cerco di far sentire il paziente accolto, in un ambiente rilassante e caratterizzato da accettazione ed assenza di giudizio.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la relazione. Il colloquio psicologico rappresenta un incontro tra due (o più) persone ed in quanto tale si configura come insieme di esperienze, pensieri ed emozioni diverse. Proprio dallo scambio emotivo autentico tra psicologo e paziente, dalla condivisione di esperienze di vita e pensieri diversi che il percorso psicologico può essere intrapreso con motivazione e vissuto come una risorsa piuttosto che come una dimostrazione del fatto che “qualcosa non va” nella persona.
Rendere possibile vivere il proprio benessere psicologico è l’obiettivo principale del mio lavoro di Psicologo a Montecatini Terme e Pistoia, utilizzare le tecniche come strumenti con cui stimolare la persona piuttosto che freddi oggetti a disposizione del professionista efficaci i miei percorsi psicologici per il trattamento di vari disturbi, con particolare riferimento a disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e dipendenze (da sostanze e affettive), ma anche i miei percorsi di formazione.
Per accrescere ulteriormente le mie capacità e conoscenze ho intrapreso il percorso di formazione in Psicoterapia in una scuola ad orientamento integrato Umanistico e Bioenergetico.
L’Analisi Bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea che è stata fondata negli anni cinquanta del novecento da Alexander Lowen. Basandosi sulla tesi dell’identità funzionale tra l’atteggiamento fisico di una persona e la strutturazione psichica dell’Io, egli sottolinea l’importanza del legame tra mente e corpo nel funzionamento globale della persona. Il processo terapeutico secondo tale approccio sarà quindi caratterizzato sia dal colloquio verbale che da specifici “esercizi” fisici volti a favorire la comprensione del funzionamento del paziente e dare a quest’ultimo stimoli per consapevolizzare aspetti di sé ancora non contattati.
In questo approccio il processo terapeutico può esser riassunto in tre momenti fondamentali:
- consapevolezza di sé, attraverso il contatto con il proprio corpo e le proprie emozioni;
- auto-espressione di sé, esprimere quelle emozioni che nel corso della vita sono state trattenute e represse per ritrovare la possibilità di esprimere il proprio Sé
- padronanza di sé, una volta contattato e consapevolizzato il funzionamento del corpo e le emozioni che lo abitano la persona può esprimersi in modo nuovo e in linea con i propri desideri, emozioni e valori.
L’aspetto innovativo che caratterizza questo approccio è il concetto di “grounding” o radicamento. Nella postura assunta nel corso di questo esercizio il paziente sperimenta il contatto, dal punto di vista energetico, con la realtà, la sua specifica percezione di sé e della sua vita. Allo scopo di realizzare a pieno questo obiettivo, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso le parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno.
Questo concetto rappresenta la base di partenza della psicoterapia bioenergetica, un percorso che può aprire alla persona la possibilità di sentirsi protagonista della propria vita e in un equilibrio dinamico, flessibile che consente di affrontare le difficoltà della vita e trarre piacere dalle soddisfazioni e momenti di gioia in modo pieno esprimendo tutta la vitalità dell’individuo.
Bibliografia
De Marchi, L., Iacono, A. L., & Parsi, M. R. (2006). Psicoterapia umanistica. L’anima del corpo: sviluppi europei. Franco Angeli: Milano.
Michel, E. (2014) L’emozione e la forma – Manuale di anatomia e postura per analisti bioenergetici e conduttori di classi -. Franco Angeli: Milano.
Lowen, A. (1975). Bioenergetica. Feltrinelli: Milano.
Sitografia
https://www.mediazionefamiliaremilano.it/psicologia/bioenergetica_grounding.shtml
https://www.siab-online.it/chisiamo/analisi-bioenergetica.aspx
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